Innamorarsi di Bali: un tuffo nel Tri Hita Karana

Innamorarsi di Bali: un tuffo nel Tri Hita Karana

Quando ti ritrovi dall’altra parte del mondo e ti confronti con un modo di vivere completamente diverso, inevitabilmente nasci di nuovo, evolvi in un nuovo te stesso. Diventi un “tu” più ricco di esperienze, un “tu” che è impossibile non amare. Ma anche un “tu” che non può essere completamente riflesso in ciò che racconti.

Le storie di viaggio, infatti, difficilmente riescono a catturare la vera essenza dell’esperienza vissuta. Foto, video e post sui social non rendono giustizia alla realtà. Se hai vissuto intensamente, sembra quasi ingiusto cercare di descrivere ciò che ti ha segnato.

Eppure, eccomi qui, desideroso di immortalare quei momenti che hanno plasmato il mio essere per sempre.

È passata una settimana da quando sono tornato a casa, una settimana da quell’avventura epica in cui io e mia moglie abbiamo vagato per le strade dell’Indonesia, assaporando ogni istante.

Ora, quando le persone mi chiedono com’è stato il mio viaggio, mi domando se riescano a vedere la luce nei miei occhi mentre i ricordi mi attraversano la mente. Rispondo che è stato incredibile, e raramente chiedono altro, a parte forse vedere qualche foto.

Quando sono solo, chiudo gli occhi e torno indietro nel tempo.

Mi ritrovo su uno scooter, attraversando i campi di riso più verdi che abbia mai visto. Una brezza leggera accarezza le mie guance mentre apro le braccia come un uccello, in un tentativo di abbracciare l’universo intero.

Sono in un luogo dove i motociclisti si salutano con un colpo di clacson, il traffico segue appena qualche regola, ma tutti sorridono come se avessero segretamente concordato di vivere in paradiso, e tutto il resto non importasse davvero.

Un vulcano si staglia sullo sfondo, un fiume scorre sotto di me e tra loro ci sono solo campi di riso e alberi di palma.

Poco dopo, il sole stanco bacia la terra, e il cielo si tinge di colori meravigliosi mentre gli dèi e gli spiriti di Bali sorridono ai tramonti.

I contadini locali, vestiti con maniche lunghe e cappelli di bambù, si godono la fine della giornata. I loro volti emanano una serenità contagiosa. Perché sembrano sempre così in armonia?

Attraverso villaggi dove i profumi dei warung lungo la strada mi avvolgono, mi sento immerso in un’atmosfera di pace.

La mia camicia danza nel vento, il colletto mi solletica il collo, e nello specchietto vedo il sorriso nei miei occhi, più grande di quello sulle mie labbra.

Salire e scendere le colline balinesi mi fa sentire come se stessi cavalcando l’impulso stesso della vita. L’adrenalina mi colpisce quando accelero in discesa, e poi il motore ruggisce mentre risalgo le pendenze ripide.

I panorami competono tra loro per lasciarmi senza fiato.

Ogni fibra del mio corpo celebra con orgoglio la propria esistenza.

Chiudo di nuovo gli occhi e mi ritrovo sulla spiaggia di Gili Trawangan. Siedo in una caffetteria con vista sulle acque cristalline dove pesci e tartarughe nuotano insieme. Un carro trainato da cavalli passa vicino, raccogliendo passeggeri dal porto. Non c’è altro traffico: solo carri e biciclette.

L’assenza di motori rende più facile percepire il riso delle persone e i loro passi leggeri. È curioso: si affrettano sempre, su un’isola dove non c’è quasi nulla per cui correre.

Sorseggio un caffè freddo sotto il sole cocente di mezzogiorno, circondato da valigie di nuovi arrivati e persone immerse nella lettura. Le mie gambe sono incrociate sulla sedia mentre osservo le onde che accarezzano la riva. Improvvisamente sento lacrime fresche bagnare il mio petto scottato dal sole.

Le mie dita sfiorano le guance e, mentre confermo che sto davvero piangendo, mi rendo conto della profonda gratitudine che risuona in tutto me stesso.

Rido delle mie lacrime, ma non si fermano.

Fluttuo nella libertà, cercando di afferrare e conservare ogni istante di quella serenità unica.

Una sensazione di pace mi avvolge completamente, e un brivido mi percorre la schiena mentre mi perdo nell’armonia dell’ambiente che mi circonda.

Il mio viaggio è stato una sequenza di luoghi magici, gite in scooter, persone straordinarie e natura mozzafiato.

È guardare il tramonto spettacolare sulle spiagge nere del sud di Bali, mentre i surfisti aspettano l’onda perfetta.

È uscire dall’hotel all’alba con lo scooter per esplorare cascate nascoste nella giungla, a 100 km di distanza, tra strade sconnesse e villaggi sperduti che non hanno mai visto un turista.

È fatto di uomini avvolti nei sarong che cantano attorno al fuoco con ritmi monosillabici, e ragazze che danzano con gli occhi e le dita.

È l’odore dell’incenso delle offerte induiste che riempie le strade al mattino, con cestini di palma intrecciati e fiori.

Sono tutti i Mie Goreng che ho mangiato.

Sono le notti piene del canto dei grilli e le albe con i galli a svegliarmi.

Sono le benedizioni con il riso dei sacerdoti, con rituali che emanano un’energia palpabile, sollevano la mia mente e curano ogni dolore passato e futuro.

Sono i saluti dei locali, sempre pronti ad aiutare e a fare due chiacchiere, con uno sguardo sorridente. Con occhi pieni di vita. Cuori pieni d’amore. Esseri umani pieni d’umanità.

Sono perdutamente innamorato di Bali.

In questa isola ho scoperto il segreto della felicità delle persone: il Tri Hita Karana.

Questo concetto, che si traduce come “Le Tre Cause del Benessere”, consiste nella ricerca dell’armonia tra spiriti, persone e natura.

A Bali, ogni giorno, le persone fanno coscientemente e con amore qualcosa di piccolo che le fa sentire utili e appagate. Vivono vicine alla natura e prendono il tempo per riconoscere le loro benedizioni, esprimere gratitudine e formulare desideri.

Chiamano quest’ultimo atto preghiera, ma non sono gli dèi o gli spiriti a cui si prega che contano. È l’atto di prestare attenzione a se stessi, in silenzio.


Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *