Ci sono viaggi che iniziano molto prima di salire su un aereo. A volte nascono in un pomeriggio silenzioso, mentre guardi fuori dalla finestra e senti che qualcosa dentro di te ha bisogno di spazio. Non è fame di mete esotiche, non è voglia di mare o di templi lontani. È un richiamo più profondo, sottile. Un desiderio di ascoltarti, davvero, senza distrazioni. Così è cominciato il mio primo viaggio in solitaria. Un biglietto solo andata verso me stessa. E la destinazione? Thailandia.
Viaggiamo sempre in due, io ed Enrico. Siamo una coppia, ma anche una squadra. Insieme condividiamo sogni, chilometri e silenzi. Eppure sentivo che avevo bisogno di qualcosa di mio. Non per allontanarmi da lui, ma per avvicinarmi a me. Volevo perdermi in una cultura lontana, mettermi alla prova, respirare un ritmo diverso. E alla fine, senza troppi piani, l’ho fatto: ho prenotato un volo per Bangkok. Era bassa stagione, il periodo delle piogge, i voli costavano poco e l’unica cosa che contava davvero era che avevo deciso. Di partire. Da sola.
Non ti so dire se è stato coraggio, incoscienza o semplice bisogno. So solo che, una volta salita su quell’aereo, qualcosa dentro di me si è sciolto. Una tensione antica, come se stessi finalmente scegliendo me stessa. La Thailandia mi ha accolta con il profumo del curry nell’aria, con il caos vivo dei mercati notturni e con quel sorriso che ogni tailandese ti regala come se ti conoscesse da sempre.
Cercavo un viaggio che somigliasse a Mangia, prega, ama. Lo volevo da anni. Quel tipo di viaggio che ti cambia, che ti svuota per poi riempirti di nuova linfa. E la Thailandia mi ha dato tutto questo. Ho camminato tra templi dorati in cui il silenzio ha un suono, ho condiviso piatti di pad thai con sconosciuti diventati amici, ho parlato poco ma ascoltato tantissimo. E ho imparato ad amare il mio tempo, i miei ritmi. Ho imparato che non serve compagnia per sentirsi accompagnati. Che se stai bene con te stesso, non sei mai davvero solo.
Durante il viaggio ho incontrato altri viaggiatori solitari, persone con gli occhi pieni di storie. Con alcuni ci si è scambiati solo un sorriso e qualche domanda di curiosità come “quale sarà la tua prossima tappa?”, con altri ci si è raccontati la vita intera davanti ad un caffè a Chiang Mai. Incontri così, improvvisi e veri, che ti ricordano che in fondo siamo tutti in cammino, ognuno a modo suo.
Mi è rimasto nel cuore il modo in cui i tailandesi vivono il quotidiano. L’amore per il cibo, sempre presente, dalle prime luci dell’alba fino a notte fonda. I mercati di street food sono un’esperienza sensoriale: odori intensi, voci che si mescolano, colori che esplodono. Ho assaggiato noodle piccantissimi seduta su uno sgabello di plastica in una stradina di Bangkok e lì ho capito che il cibo, più che nutrimento, è connessione.
E poi ci sono i templi. Luoghi sacri in cui si respira una calma che ti attraversa. Ho osservato i monaci camminare in silenzio, avvolti nelle loro vesti arancioni, con una serenità che non si compra e non si finge. Mi sono seduta accanto a loro e ho provato a meditare, anche solo per qualche minuto. Non ho trovato illuminazione, ma ho trovato quiete. E in quel momento ho capito che anche quella era una forma di amore. Un amore semplice, verso se stessi.
Forse è questo il dono più grande della Thailandia: insegnarti ad amare e donare, anche a perfetti sconosciuti. Qui nessuno ha fretta, nessuno ti spinge. Tutti ti guardano negli occhi, ti salutano con un “Sawadee” e un gesto gentile. Ti offrono qualcosa, anche solo un sorriso. Ed è proprio lì che ho capito quanto abbiamo da imparare, noi occidentali presi dalla corsa quotidiana. In Thailandia la gentilezza non è un’eccezione, è una regola non scritta. Ed è disarmante. Bellissima. Pura.
Questo viaggio mi ha lasciato molto più di foto e ricordi. Mi ha lasciato consapevolezza. Ho imparato ad ascoltare i miei silenzi, ad accettare i momenti vuoti senza riempirli a tutti i costi. Ho imparato a essere leggera, a lasciare andare ciò che non serve. E soprattutto, ho imparato che partire da soli non è egoismo, ma un atto di cura verso sé stessi.






Per chi sogna un viaggio in solitaria: qualche consiglio dal cuore
Se stai leggendo queste righe con quel pizzico di brivido che si sente quando un’idea comincia a prendere forma, sappi che è il momento giusto. Non serve essere pronti al 100%, perché in realtà nessuno lo è mai davvero. Serve solo quel piccolo gesto: prenotare. Il resto verrà da sé.
Ecco alcuni consigli pratici per partire da soli in Thailandia:
Quando andare in Thailandia
La stagione secca va da novembre ad aprile, ma anche durante la stagione delle piogge (maggio-ottobre) si può viaggiare benissimo: piove spesso nel tardo pomeriggio o per poche ore. I voli sono più economici (450-500 euro) e le destinazioni meno affollate.
Quanto costa viaggiare da soli in Thailandia?
Con 30-40 euro al giorno puoi viaggiare in modo confortevole. Gli ostelli e le guesthouse sono economici (10-15 euro a notte), il cibo di strada costa pochissimo e anche gli spostamenti interni (bus, treni, voli low cost) sono accessibili. Per questioni di tempo, io ho utilizzato i voli interni con le compagnie Air Asia e Vietjet e ho speso circa 30 euro a volo . Per girare le città puoi noleggiare uno scooter la costo di circa 5 euro al giorno oppure scaricati l’app GRAB o BOLT ( corrispondono al nostro Uber), ti consiglio la seconda perchè è molto più economica.
Cosa non perdere
- Bangkok: caotica ma vibrante, un ottimo inizio per assaggiare la cultura urbana, i templi (come Wat Pho o Wat Arun) e i mercati galleggianti.
- Chiang Mai e Chiang Rai: più tranquille e spirituali, perfette per chi cerca ritiri di meditazione o corsi di cucina tailandese.
- Pai: un villaggio immerso tra le colline del nord, frequentato da backpacker e spiriti liberi. Da valutare assolutamente se hai più giorni a disposizione.
- Le isole del sud: Koh Lanta, Koh Tao o Koh Phangan fuori dai momenti delle feste. Mare cristallino e tramonti che parlano da soli. KhoTao famosa per le immersioni, Kho Phangan conosciuta per i ritiri yoga.
Come affrontare la solitudine ?
La solitudine sarà tua alleata. All’inizio può sembrare strana, ma presto diventerà preziosa. Porta un diario, ascolta podcast, leggi, medita. E sii aperta a incontrare l’altro: bastano un sorriso e una frase gentile per creare legami inaspettati.
Le app perfette per chi parte da sola: compagne di viaggio sempre con te
Partire da sola non vuol dire essere sola. E oggi, grazie alla tecnologia, è possibile sentirsi parte di una community globale anche a migliaia di chilometri da casa. Durante il mio viaggio in Thailandia alcune app si sono rivelate delle vere alleate: non solo strumenti pratici, ma porte aperte su incontri, suggerimenti e un senso di sorellanza che solo chi viaggia da sola può comprendere. Ecco le mie preferite:
NomadHer
Un’app pensata esclusivamente per donne che viaggiano da sole. È una community sicura dove puoi trovare altre viaggiatrici nella tua zona, leggere esperienze, scambiare consigli e sentirti sempre meno sola. È perfetta anche per trovare ispirazione o semplicemente farti coraggio leggendo le storie di chi ha già fatto quel passo prima di te.
Going Solo
Dedicata ai viaggiatori solitari di tutto il mondo, Going Solo ti permette di connetterti con persone che stanno vivendo lo stesso tipo di esperienza. Puoi condividere itinerari, unirti a piccoli eventi locali o semplicemente chattare con chi si trova nella tua stessa città. È ideale per chi ama l’indipendenza ma ogni tanto ha voglia di una cena in compagnia o una passeggiata condivisa.
Travel BFF
Il nome dice tutto: una sorta di “migliore amica da viaggio” digitale. Ti aiuta a trovare compagni di avventura compatibili in base ai tuoi interessi, destinazioni e modalità di viaggio. Che tu sia più da tramonti silenziosi o da street food caotico, qui puoi incontrare qualcuno che vibra sulle tue stesse frequenze. Perfetta per chi ama fare amicizie spontanee ma in modo sicuro e selezionato.
Strumenti digitali che ti salvano il viaggio: le app pratiche da non dimenticare
Quando viaggi da sola, lo smartphone diventa un piccolo alleato che ti semplifica la vita. Ecco le app che mi hanno accompagnata nel mio viaggio in Thailandia e che consiglio davvero a tutte le viaggiatrici solitarie: sono pratiche, intuitive e ti fanno sentire più libera e sicura.
Grab
L’app più usata in Thailandia per prenotare taxi, consegne o cibo. Affidabile e intuitiva, perfetta per spostarti nelle città senza dover contrattare.
Bolt
Alternativa a Grab, spesso più economica. Dove è disponibile, vale sempre la pena confrontare i prezzi: in alcune tratte mi ha fatto risparmiare anche il 30%.
Maps.me
Mappe offline gratuite e super dettagliate. Perfette per esplorare senza connessione internet, ideale per itinerari a piedi o zone meno turistiche.
12Go Asia
Il miglior sito/app per prenotare bus, treni, minivan e traghetti in tutto il Sud-Est asiatico. Facile da usare, affidabile e con conferma immediata.
Google Translate
Traduzioni rapide, anche vocali e da fotocamera. Può sembrare banale, ma quando viaggi da sola e vuoi entrare in contatto, questa app è un ponte tra mondi
HappyCow
Il paradiso per chi cerca opzioni vegetariane e vegane. In Thailandia è super utile per scovare localini alternativi o cibo più sano durante il viaggio.
Booking.com
Piattaforma per trovare alloggi affidabili all’ultimo momento. Su Hostelworld puoi anche filtrare per dormitori femminili o strutture gestite da donne.
Heymondo
La mia assicurazione viaggio di fiducia, con assistenza via app 24/7. Quando sei in solitaria, ti fa sentire protetta in ogni situazione.
GetYourGuide
Perfetto per prenotare tour, escursioni e attività in modo semplice e sicuro, anche all’ultimo minuto. Ti permette di scoprire esperienze locali autentiche e di conoscere altre persone durante le attività.
Rispetta la cultura
In Thailandia il rispetto è tutto. Vestiti in modo adeguato nei templi, togli le scarpe prima di entrare in casa o in certi negozi. Ti accorgerai che riceverai il doppio.
La Thailandia mi ha insegnato che la vera ricchezza di un viaggio in solitaria non sta tanto nei chilometri percorsi o nei luoghi visitati, ma nel modo in cui ti ritrovi a guardarti dentro mentre il mondo intorno ti cambia. Ho imparato ad ascoltare il mio tempo, a non avere paura del silenzio, a camminare senza dover per forza sapere dove sarei arrivata. E ogni sorriso ricevuto, ogni parola condivisa con chi ho incontrato lungo la strada, mi ha ricordato che partire da soli non significa mai essere soli davvero. Quindi, se anche tu senti quel richiamo, se c’è un angolo dentro di te che da tempo sussurra “parti”, non aspettare che sia tutto perfetto. Non serve il momento giusto, serve solo il coraggio di dire sì. Prendi quel biglietto, fai le valigie con leggerezza e lasciati sorprendere.
Perché viaggiare da soli è un atto d’amore verso se stessi. E la Thailandia, fidati, è il luogo perfetto per iniziare.






Lascia un commento